Conseguenze guerra Ucraina per il settore logistica e trasporti in Sardegna
La drammatica situazione della guerra in Ucraina e il conseguente aumento del costo di benzina e diesel che hanno abbondantemente sforato i due euro al litro, ha creato notevoli problemi nei giorni scorsi specialmente in Sardegna. Nell’isola infatti l’agitazione degli autotrasportatori, adesso conclusa, è degenerata in un vero e proprio blocco dei porti e del trasporto delle merci, con effetti a cascata sul momentaneo approvvigionamento degli scaffali della grande e piccola distribuzione e mettendo a rischio imprese di vari settori non solo della logistica e dei trasporti.
Ne parliamo con il Presidente Confcooperative Lavoro e Servizi Sardegna Fulgenzio Cocco.
Presidente Cocco, cosa è successo in Sardegna e come sono state coinvolte le cooperative?
La prima cosa che mi viene da dire, per quanto possa sembrare scontata, è…non bastava il Covid, adesso anche la guerra…
Purtroppo la pur giusta protesta degli autotrasportatori sardi per i rincari del costo del carburante, che è andata ben oltre quanto avvenuto nel resto d’Italia, ha creato situazioni veramente molto difficili.
Il problema reale è che queste tensioni sono andate a sommarsi al cronico divario sui costi di trasporto che già esiste in Sardegna a causa della nostra condizione di insularità e hanno rischiato di alimentare una sorta di “lotta tra poveri” che ha coinvolto diverse categorie di lavoratori già in grande difficoltà per l’altra grande emergenza, quella sanitaria, ancora non del tutto conclusa.
Diverse nostre cooperative, di tanti settori quali ad esempio agroalimentare e pesca, sono state coinvolte per non dire travolte da questa situazione e ovviamente anche noi del settore logistica e trasporti abbiamo dovuto gestire situazioni di criticità importanti, dal momento che in Sardegna si è scatenata una vera e propria psicosi da guerra e la gente ha dato l’assalto agli scaffali dei supermercati che in breve tempo hanno avuto difficoltà di approvvigionamento.
In particolare, a causa delle merci bloccate nei porti, alcune nostre cooperative che operano nel settore corrieri e spedizioni hanno dovuto letteralmente fermare la propria attività, in quanto non c’erano merci da trasportare o consegnare e questo ha avuto come ulteriore conseguenza anche l’inattività di moltissimi operatori del settore logistica fermi a causa dei magazzini vuoti.
Per fortuna adesso il blocco degli autotrasportatori si è concluso e la situazione sta lentamente tornando, se non alla normalità, almeno ad essere certamente più gestibile.
Cosa si aspetta dal recente decreto per contrastare gli effetti economici della crisi ucraina?
Come Confcooperative Lavoro Servizi a livello nazionale erano state fatte precise richieste al Governo di un pacchetto di interventi urgenti tenendo conto che in questo contesto sono a rischio i servizi, la tenuta delle imprese e l’occupazione.
Ho letto il decreto e forse la risposta non è esattamente quella che ci aspettavamo, fermo restando che dopo l’emergenza per la pandemia da Covid-19 gli spazi di manovra a disposizione del Governo erano abbastanza stretti ed è probabile che sarà necessario anche un nuovo intervento europeo con la possibile conseguenza di un aumento delle tasse.
Detto questo e premesso che la misura più evidente è il taglio delle accise sui carburanti, peraltro limitato a un solo mese, nel suo complesso il decreto è abbastanza strutturato e comprende interventi per vari settori, da quello energetico all’agricoltura, la pesca, il turismo oltre naturalmente al fondo per l’autotrasporto.
Non credo che questi saranno finanziamenti sufficienti, ma era necessario intervenire subito. Adesso vediamo cosa succederà nei prossimi giorni.
Cagliari, 28 marzo 2022